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Tabacco: Fai, Flai e Uila incontrano Deltafina

In seguito all’annuncio dei giorni scorsi da parte della multinazionale Japan Tobacco International di acquistare, per il 2022, 8.000 tonnellate di tabacco proveniente dall’Umbria e, in quota minoritaria, dal Veneto individuando in Deltafina il nuovo fornitore, le Segreterie Nazionali di Fai-Flai-Uila, unitamente alle strutture territoriali umbre hanno oggi incontrato, in modalità telematica, la presidenza di Deltafina.Seppur valutando positivamente la volontà della multinazionale di acquisire un quantitativo maggiore di tabacco rispetto lo scorso anno, Fai-Flai-Uila hanno innanzitutto evidenziato che, al fine di dare risposte concrete e certe a tutti gli operatori coinvolti, l’impegno della JTI debba estendersi in un’ottica di medio-lungo termine, attraverso la stipula di contratti pluriennali.Inoltre, su esplicita istanza delle organizzazioni sindacali, Deltafina ha confermato il proprio impegno a garantire il personale stagionale, ad ogni livello, e a salvaguardare anche l’indotto della filiera (magazzinaggio, distribuzione, ecc.). A tal proposito, è stata condivisa, infatti, la necessità che il cambiamento del trasformatore da parte della multinazionale, comporti le minori ricadute possibili sul tessuto produttivo e sociale dell’Alta Valle del Tevere.Fai-Flai-Uila e l’azienda, in un quadro di relazioni sindacali corrette e trasparenti, si sono impegnate ad avviare un percorso di confronto costante che consenta alle rappresentanze dei lavoratori di monitorare questo particolare e delicato momento per la filiera tabacchicola umbra e per i relativi aspetti occupazionali: le parti si aggiorneranno a breve, appena saranno definiti gli accordi di fornitura di tabacco tra la Deltafina e con l’organizzazione dei produttori.Fai-Flai-Uila confermano il proprio impegno affinché venga assicurata la giusta prospettiva di sviluppo ad una filiera importante come quella del tabacco, che proprio nell’Alta Valle del Tevere umbra è ben strutturata e capace di generare occupazione e reddito alle tante lavoratrici e ai lavoratori, di cui molti immigrati, impiegati nel settore.

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